Pannello con puntini Braille |
Uno sguardo sul mondo: sperimentando il buio per “far
luce” nel cuore.
PREMESSA
Arrivo
all’elaborazione di quest’articolo da profondo interesse personale teso
all’autoformazione “rudimentale” – diciamo così – attraverso la consultazione
di siti specifici in materia d’ipovedenza, cecità e degli strumenti
compensativi o altrimenti dette tecniche
assistive, da letture scelte, dalla visione recente di una fiction “La
musica del silenzio”, da un noto film “Furia cieca”, dall’osservazione
ambientale di persone cieche immerse nei percorsi quotidiani e/o di studio, da
esperimenti personali, che non equivalgono e non possono certo paragonarsi a
chi vive sulla propria pelle tale condizione di buio perenne o ipovedenza. Per
scrivere il mio punto di vista e comprenderne alcune difficoltà, ho voluto
sperimentare in prima persona il buio in percorsi familiari sia bendata al
massimo sia con lo pseudo-bastone, lettura dei puntini Braille sui farmaci, dal
software gratuito NVDA (NonVisual Desktop Access), uno screen reader “leggero”
per Windows rispetto a Jaws (Job Access With Speech) con sintesi vocale e
digitazione su word, prepararmi l’occorrente per la colazione, ordinare dei
capi. Miei articoli precedenti sono dipesi da osservazioni e/o vissuti
personali e pure questo non farà eccezione: come potevo scrivere il mio punto
di vista pedagogico e della “lezione” che ne ho tratto, senza aver
sperimentato? Un articolo che mi dà modo di ridefinire l’apprendimento visivo e
il “lavoro di squadra” dei sensi rimasti.
Quando si dice Pedagogia Sperimentale
- La curiosità verso il Linguaggio Braille e i temi a esso collegati uniti alle
letture di notizie a tema in siti professionali da qualche mese han stimolato
in me l’approfondimento verso la conoscenza di questo mondo vissuto al
buio/semibuio. L’Educazione come sappiamo basa i suoi metodi partendo
dall’osservazione e sperimentazione diretta nota come “ricerca
sul campo”, da ciò è partito anche il mio percorso auto-formativo, che
poi ho letto da qualche parte, prende il nome di cecità volontaria, che nulla a
che vedere con chi
*Deviazione sul tema:
dal fumetto “Colpo alla cieca” riporto una conferma delle righe sul ruolo
ambientale. Il noto criminale Diabolik ed Eva Kant durante il rientro a un
rifugio marino a bordo di un gommone scoprirono un gruppo di ragazzi intenti a intrufolarsi
attraverso una porta di roccia. All’improvviso avvenne un’esplosione che mandò
in mille pezzi il vetro a protezione del cruscotto nautico e della vista dei
due ladri, i vetri volarono dappertutto e non avendo entrambi gli occhi
protetti, fu il solo Diabolik ad avere la peggio… Soccorso da Eva, Diabolik con
gli occhi aperti e doloranti le disse:”Perché hai spento la luce..” I pezzi di
vetro come proiettili lesero l’iride di ambo gli occhi di Diabolik, che da quel
momento ridefinì il suo “stile di vita” movimentato al dover rallentare dentro
casa. Anche per lo stato d’animo del ladro non andò certo meglio, da cieco
Diabolik sentì di essere ora un peso per Eva, per il fatto di doverle dipendere.
Trascorso del tempo, Diabolik proprio dentro casa riusciva a muoversi, ad
andare in cucina e preparare il caffè, intuendo dal calore della lampadina che
la luce era accesa. L’autonomia casalinga del compagno rasserenò Eva, pensando
che ormai egli si fosse rassegnato… Ma, stiamo parlando di Diabolik, uno che per
definizione non si rassegna e idem Eva che, per restituirgli la vista rapì un
oculista, che inizialmente per motivi d’odio disse che per il criminale non
c’era via d’uscita, ma sotto pentothal ammise che bastava un doppio trapianto.
Terminando la “diabolica” deviazione, le parti s’invertirono e fu l’oculista a
essere il forzato “volontario” delle sue cornee a Diabolik, che recuperò la vista
e l’autonomia del suo “modus operandi”.
Giù il sipario… Nulla è scontato, niente è come sembra…
Una realtà
strutturata a immagine per i vedenti è indubbiamente scontata, osservando
attorno riusciamo a evitare pericoli, a vedere i colori, ad attraversare al
segnale verde, sfogliare un libro, etc.. E’ una realtà ovvia proprio perché la
vediamo e sappiamo già cosa accade ma, quando per genetica e/o eventi di forza
maggiore “cala il sipario” sulla luce, allora la scontatezza diventa una parola
di troppo, forse scomoda.. L’ambiente familiare proprio perché tale permette
agevolmente di spostarsi ma, calata la scura e spessa maschera nera su occhi
chiusi per bene e cominciando esperimenti posso dire che non sempre è così…Nell’immediato
del buio ho perso all’istante la percezione visuo-spaziale e di conseguenza
l’orientamento, la camminata subito a rilento e le mani avanti a cercare appoggi,
angoli, spigoli, muri per proseguire: non avendo alcun riferimento, i movimenti
delle mani anticipavano i miei passi sempre più incerti. A tratti l’andatura
era dondolante e mi fermavo, altre volte il percorso era leggermente sicuro,
altra ancora andai a sbattere sul muro angolato, solo con la fronte contro
capii che mia direzione era sbagliata. Al bendaggio forzato ho aggiunto lo
pseudo-bastone (il vero bastone in dotazione al cieco è bianco con la punta
arrotondata, come visto in alcuni siti; in realtà, per me è un appendiabiti
alto metà della mia persona, sono 1.60), che un pochino mi permetteva di
“velocizzare” l’andatura, che restava comunque incerta. Lo pseudo-bastone (in
sinergia con le mani) mi precedeva strisciante sbattendo a destra, a sinistra,
negli angoli di muri e/o mobili, in un certo senso il bastone “vedeva” per me
il percorso, dandomi la direzione da seguire, un’“anticipazione” sui passi da
compiere. Durante uno degli esperimenti ordinai in armadio alcuni capi piegati
in precedenza, la tempistica nello svolgimento si dilatò: in visione il compito
mi prendeva cinque minuti, senza riferimenti la riposizione della roba (tutt’altro
che esatta, come poi andai a controllare) avvenne in venti minuti, cercando di
far attenzione a spigoli con la mano o avvicinando piede/ginocchio.
*Avete letto un estratto dal titolo: "Uno sguardo sul mondo: sperimentando il buio per "far luce" nel cuore" tratto dal mio primo libro: "Redazione Pedagogica - Quando l'educazione fa notizia 2015/2017" pubblicato in self-publishing nel 2018.
Il testo è presente nel doppio formato cartaceo e ebook pdf in tutti gli store più noti (Amazon, Ibs, etc..)
Mail: occhioallavoce@gmail.com
Dott.ssa Silvia Ferrari
Pedagogista digitale
Adm Founder Audiodescrittore per non vedenti su "Occhio alla Voce"
Autrice
Webmaster/Blogger/Editor Supervisore redazionale
Podcaster - Ascoltabile qui: https://www.spreaker.com/show/il-podcast-di-redazione-pedagogica e qui: https://anchor.fm/occhioallavoce
Youtuber - Redazione Pedagogica Channel: https://www.youtube.com/channel/UC5HROv87URrj3f9HoTIyIEg